Tutto al domani, nulla al presente

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di Salvo Barbagallo

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Le promesse di chi governa gli italiani sono rivolte tutte al domani, per il presente non si presenta nulla. Nulla, il vuoto più assoluto. Se fate caso ad ogni esternazione che viene pronunciata, i “verbi” sono declinati al futuro. Matteo Renzi: “…in 5 anni l’Italia otterrà una riduzione della pressione del fisco da 50 miliardi di euro (….) Nel 2017, con la riduzione del costo per le imprese dal combinato Ires-Irap, vogliamo portare il costo della tassazione sul profitto al 24%, l’obiettivo che ci poniamo è un punto sotto la Spagna …”. C’è chi crede ancora alle promesse (da baraccone?) e spera che le parole possano tramutarsi in qualcosa di concreto. Secondo noi, una pia illusione.

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renziAlessandro De Angelis su “Huffington Post” del 28 scorso, ha scritto: “…è immaginabile che di fronte alla ferita – sì: democratica e civile – che fa sanguinare Roma, di fronte all’immagine della capitale del paese come una cloaca massima, dove fuori dai palazzo c’è l’immondizia finita sulla prima pagina del New York Times, dentro c’è quella finita nelle carte di Pignatone, dicevo è immaginabile che un leader della sinistra come Renzi rinunci al comizio finale alla Festa dell’Unità e si faccia fotografare mentre gioca a calcio balilla?

No, non è una domanda retorica, in quanto non solo quanto si chiede il giornalista è significativo ed esplicativo di un personaggio come il premier Matteo Renzi che naviga “… dalla playstation al calcio balilla … “ per poi addentrarsi nell’articolato campo dell’avventura con “promesse” sempre rivolte al futuro. E il presente? Ma di cosa stiamo parlando? Noi, anche se ne condividiamo l’opinione, non ci spingiamo oltre come coraggiosamente fa De Angelis che, senza peli sulla lingua, afferma: “… perché a forza di non mettere la faccia, ad esempio, su De Luca (e poi ritrovarselo) o, ad esempio, su Crocetta (e non sapere che fare) e su Marino (che avrebbe cacciato tranne poi cedere alla resistenza di Orfini) Renzi pare un segretario a “sua insaputa” di un partito, che è un po’ come se, in una qualunque persona, la testa non controllasse dove le gambe lo portano”. De Angelis è chiaro nella sua analisi: “…Qui non è (solo) in discussione questo. È in discussione ben altro. Ed è il tipo di cultura politica di Renzi. Detta meglio: qui si misura la sua statura e la sua maturità da leader. O la sua immaturità. Dico subito come la penso: Matteo appare come un “adolescente” prigioniero del suo format. Ecco che quando va in visita alla Casa bianca si mette a fare jogging proprio come Frank Underwood in un episodio di House of Cards…”.

renzi1La descrizione del giornalista di “Huffington Post” non si presta ad equivoci in quanto mostra lo stato delle cose, lo stato di un Paese alla cui guida c’è una classe di politici-governanti che trovano nel premier Matteo Renzi la loro migliore rappresentazione.

Il Fondo Monetario Internazionale in un documento allegato al rapporto annuale sull’economia dell’Eurozona, scrive: “In Italia il tasso ‘naturale’ di disoccupazione è previsto a un livello più alto che durante la crisi. Senza un significativo rialzo della crescita all’Italia e al Portogallo potrebbero servire quasi 20 anni per ridurre la disoccupazione ai livelli pre-crisi”. E’ questa la situazione e se non ci si rivolge al presente per risolvere i problemi più immediati, non può esserci un domani. il Fondo Monetario Internazionale invita a “definire e adottare misure concrete per ridisegnare” gli ammortizzatori sociali come la Cig per dare vita a “un sistema universale di sostegno condizionato alla ricerca di lavoro e alla formazione“. Dove vanno a finire gli “inviti”? Forse nel cestino della carta straccia poiché nessuna misura viene adottata in merito, almeno per quanto appare.

A cosa giova fare promesse che già in partenza, è risaputo, non potranno essere soddisfatte? Sicuramente alla cosiddetta classe dirigente al governo che opera al “presente”, probabilmente sicura che non manterrà nel “domani” le poltrone che oggi occupa. Promettere per il “domani”, a conti fatti, per questa cosiddetta classe dirigente non costa niente…

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